I suoni viaggiano lontano. Musica e strategie missionarie nella Cina di Padre Sabatino de Ursis


Abstract


En
The Ignatian paradigm proclaims that there is no possibility of accomodation without first observing the cultural habits of men. Therefore, the Jesuits made the considerable commitment to observe how deeply music had permeated social, political and religious life in China at the end of the Ming dynasty. They were expecting to find a "doorway" that would allow them to better access and accomodate culturale diversities but instead, they found themselves facing a rigid ritual code decidedly against any form of Christian accomodation. A code which, par excellence, placed everything in the world in an ironbound relationship, effectively halting any possibility of transcendence. As a consequence, the musicological observation of PP. Ricci, Trigault, Semedo and Bartoli provides us with a fascinating hermeneutic game, in which the Jesuit vidēre becomes an oppotunity to see the method and complexity of the Jesuit musical investigation, as well as an opportunity to understand how 17th century China saw Europeans.
It
Secondo l'insegnamento ignaziano, nessuna accomodazione è possibile senza ben osservare i diversi costumi degli uomini: e osservare in quanti modi e quanto profondamente la musica permeasse la vita sociale, politica, religiosa dei cinesi alla fine dell'era Ming, fu un considerevole impegno per i gesuiti. Quei missionari pensavano di trovare una "porta" che consentisse loro di meglio penetrare e accomodare le diversità culturali, invece si trovarono a fronteggiare un codice sonoro e rituale che, per eccellenza, metteva in ferrea relazione tutte le cose del mondo, senza alcuna possibilità di trascendenza. Un codice decisamente restio ad una qualche accomodazione cristiana. Le osservazioni musicologiche trasmesseci dai PP. Ricci, Trigault, Semedo e Bartoli consentono dunque un affascinante gioco ermeneutico, per cui il vidēre gesuitico diventa occasione per vidēre metodo e complessità dell'indagine gesuitica nel campo specifico della musica, nonché occasione per intuire come nel primo Seicento i cinesi vedessero noi europei.

DOI Code: 10.1285/i20380313v30p283

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