Un eremita singolare elogiato in vita dai suoi contemporanei. L'Heremita di Antonio De Ferrariis


Abstract


En
Among the works of Antonio De Ferrariis, Dialogus de Heremita, composed between 1495 and 1498, and which left manuscript, poses the fundamental question on which character has inspired the author. Between the hypotheses considered plausible is the figure of Francesco di Paola (1416-1507), a taumaturgus also famous in Salento, who had prophesied the fall of Otranto. In fact, his wife, Caterina Morosini, Luigi Paladini, when he was ill, was taken as a councilor in Calabria in 1478. A detailed account of this is present in contemporary historiography and hagiography. It was thought therefore that it was the Paladini to briefly inform the entire Galateo, who after the death of his father and his studies at Casole, stayed in Naples between 1485 and 1498, enjoying the esteem of nobles and intellectuals. therefore it was aggregated with the Pontanian Academy. An uncomfortable work, even an ideal prodrome of Lutheranism, according to some correlated with the figure of Paolano ? obviously not mentioned ? described by Paladini: that anacoreta even in conflict with St. Peter and the saints of paradise staged by the Galateo, which in the Dialogue Heremita expresses his nostalgia for primitive, poor Christianity and governed by a Lenten practice similar to that practiced by Paolano. Just to that figure of Hermit "old bearded", or of the holy ascetic, who stands in the loving lyrical, the existential condition of the "peregrine of love", which escapes from the human consortium to become a kind of hermit in the woods, as was the Paolano, the Galateo posed a fervent praise on St. Peter's mouth, recalled in a novel set in France at the court of King Louis XII, as well as on the evolution of the papal title by Servus servorum Dei, had been sent to Dominus dominantium.
It
Tra le opere di Antonio De Ferrariis il Dialogus de Heremita, composto tra il 1495 e il 1498, e che lasciò manoscritto, pone il fondamentale quesito su quale personaggio si sia ispirato l'autore.Tra le ipotesi ritenute plausibili vi è la figura di Francesco di Paola (1416-1507), taumaturgo famoso anche nel Salento, che aveva profetizzato la caduta di Otranto. A lui infatti era ricorso su sollecitazione della moglie la nobildonna Caterina Morosini, il leccese Luigi Paladini quando ammalato si trovava come regio consigliere in Calabria nel 1478. Un dettagliato resoconto di ciò è presente nella storiografia e agiografia contemporanea. Si è pensato perciò che fu proprio il Paladini a informare minuziosamente di tutto il conterraneo Galateo, il quale dopo la morte del padre e gli studi a Casole, soggiornò a Napoli tra il 1485 e il 1498, godendo la stima di nobili e intellettuali e perciò fu aggregato all' Accademia Pontaniana. "Un'opera scomoda", addirittura "un prodromo ideale del luteranesimo", secondo alcuni correlata alla figura del Paolano ? ovviamente non menzionato ? descrittogli dal Paladini: quell' anacoreta addirittura in conflitto con san Pietro e i santi del Paradiso messo in scena dal Galateo, che nel dialogo Heremita esprime la sua nostalgia per un cristianesimo primitivo, povero e regolato da una pratica quaresimale simile a quella praticata dal Paolano, che sarebbe stato presto venerato ad Otranto a Lecce e in tutto il Salento. Proprio a quella figura di Eremita «vecchio barbuto», o del santo asceta, che si salda, nella lirica amorosa, alla condizione esistenziale del "peregrino d'amore", che rifugge dal consorzio umano per diventare una sorta di eremita tra le selve, come fu il Paolano, il Galateo pose sulla bocca di San Pietro un fervido elogio, rimarcato in una novella ambientata proprio in Francia, alla corte di re Luigi XII, come pure si sofferma sull'evoluzione del titolo papale che da Servus servorum Dei, era transitato a Dominus dominantium.

DOI Code: 10.1285/i20380313v23p85

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