La Figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio e Francesco Paolo Michetti: la rappresentazione letteraria e visiva come "pre-testo" per una lettura musicale
Abstract
En
In the first half of the XX century the knowledge and the recovery of faraway cultures or those normally foreign to the western cultivated milieus brought about the development of a musical style characterized by the taste of exoticism and archaism. This aspect was not only perceived in the musical field but also in the arts in general. At Francavilla al Mare (Chieti) in the former Franciscan convent of Santa Maria del Gesù, the painter Francesco Paolo Michetti together with other artists shared the project to reach a form of art which would synthesize their different experiences and focus on the theme of nature and the Abruzzo people. These common interests brought about the meeting between Gabriele D'Annunzio and Michetti, opening the way to the rustic tragedy The daughter of Iorio. This play, full of visual and musical expressions, was characterized by an exotic dimension, overflowing with colour, rhythm, light and folk songs.This paper focuses on the link between visual, literary and musical representations of La figlia di Iorio, with particular emphasis on the music and on the several recreations stimulated by this subject playing the role of 'pre-text' during the twentieth century.
It
Nella prima metà del XX secolo la conoscenza, il recupero e la considerazione di culture distanti o normalmente estranee all’ambito occidentale colto, costituirono la spinta verso un’espressione musicale caratterizzata dall’arcaismo, dal gusto del primordiale e dell’esotico. Tale urgenza fu avvertita non solo nell’ambito musicale ma anche in quello più generale delle arti tutte.A Francavilla al Mare, (Chieti) nell’ex convento francescano di S. Maria del Gesù, il pittore Francesco Paolo Michetti condivise con altri artisti il progetto di giungere a una forma d’arte che sintetizzasse le loro diverse esperienze e che avesse come temi la natura e la gente d’Abruzzo. Da questi interessi comuni si generò l’incontro tra Gabriele D’Annunzio e Michetti, aprendo la strada alla tragedia rustica La figlia di Iorio, densa di espressioni visive e musicali caratterizzate da una dimensione esotica e multiforme, traboccante di colori, ritmo, luce e canti popolari. Il contributo intende indagare su La figlia di Iorio, con particolare riguardo al rapporto che intercorre tra le rappresentazioni visive, letterarie e musicali ad essa relative e con uno sguardo privilegiato alla musica e alle numerose ricreazioni che tale soggetto ha sollecitato nel corso del Novecento, giocando il ruolo di ‘pre-testo’.
In the first half of the XX century the knowledge and the recovery of faraway cultures or those normally foreign to the western cultivated milieus brought about the development of a musical style characterized by the taste of exoticism and archaism. This aspect was not only perceived in the musical field but also in the arts in general. At Francavilla al Mare (Chieti) in the former Franciscan convent of Santa Maria del Gesù, the painter Francesco Paolo Michetti together with other artists shared the project to reach a form of art which would synthesize their different experiences and focus on the theme of nature and the Abruzzo people. These common interests brought about the meeting between Gabriele D'Annunzio and Michetti, opening the way to the rustic tragedy The daughter of Iorio. This play, full of visual and musical expressions, was characterized by an exotic dimension, overflowing with colour, rhythm, light and folk songs.This paper focuses on the link between visual, literary and musical representations of La figlia di Iorio, with particular emphasis on the music and on the several recreations stimulated by this subject playing the role of 'pre-text' during the twentieth century.
It
Nella prima metà del XX secolo la conoscenza, il recupero e la considerazione di culture distanti o normalmente estranee all’ambito occidentale colto, costituirono la spinta verso un’espressione musicale caratterizzata dall’arcaismo, dal gusto del primordiale e dell’esotico. Tale urgenza fu avvertita non solo nell’ambito musicale ma anche in quello più generale delle arti tutte.A Francavilla al Mare, (Chieti) nell’ex convento francescano di S. Maria del Gesù, il pittore Francesco Paolo Michetti condivise con altri artisti il progetto di giungere a una forma d’arte che sintetizzasse le loro diverse esperienze e che avesse come temi la natura e la gente d’Abruzzo. Da questi interessi comuni si generò l’incontro tra Gabriele D’Annunzio e Michetti, aprendo la strada alla tragedia rustica La figlia di Iorio, densa di espressioni visive e musicali caratterizzate da una dimensione esotica e multiforme, traboccante di colori, ritmo, luce e canti popolari. Il contributo intende indagare su La figlia di Iorio, con particolare riguardo al rapporto che intercorre tra le rappresentazioni visive, letterarie e musicali ad essa relative e con uno sguardo privilegiato alla musica e alle numerose ricreazioni che tale soggetto ha sollecitato nel corso del Novecento, giocando il ruolo di ‘pre-testo’.
DOI Code:
10.1285/i20380313v21p63
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