La Chiesa, la schiavitù e la tratta dei neri


Abstract


It
Tra il XVI e il XIX secolo uomini di fede cristiana deportarono e ridussero in schiavitù nel Nuovo Mondo oltre 10 milioni di africani, incuranti del fatto che tali attività fossero in evidente contrasto con i valori fondamentali del Vangelo: l’amore per il prossimo e l’eguaglianza degli uomini. Per quanto riguarda i paesi cattolici, appare interessante esaminare la posizione assunta dalla Chiesa di roma di fronte a un fenomeno che, se da un lato sollevava delicate questioni etiche, sociali e religiose, dall’altro toccava direttamente gli interessi economici delle potenze coloniali. Nei testi del Vecchio e del Nuovo Testamento erano presenti sia il comandamento dell’Amore, necessariamente avverso alla schiavitù, sia i canoni Legge, che esplicitamente la ammettevano e la legittimavano. La contraddittorietà dei principi ha comportato una inevitabile ambiguità nelle risposte della Chiesa, tanto nella sua azione pratica quanto sul piano dottrinale. Storicamente, pur cercando di mitigare il fenomeno, la Chiesa, a partire dall’epoca apostolica, ha considerato la schiavitù con un atteggiamento di sostanziale approvazione e legittimazione; l’unica eccezione verrà fatta in età Moderna a favore degli indigeni americani. di fatto, per ascoltare una condanna di carattere generale della schiavitù in quanto tale si dovrà attendere la lettera apostolica In supremo scritta da Gregorio XVI nel 1839. Le parole del pontefice, condannando in modo specifico anche la tratta e la schiavizzazione dei neri, romperanno per la prima volta il lungo silenzio del papato sul tragico destino dei popoli di origine africana. In epoca recente, le richieste di perdono di papa Wojtyla e le iniziative interreligiose contro la schiavitù moderna sottoscritte da papa Francesco segnano per la Chiesa cattolica il definitivo abbandono di posizioni sostenute per quasi due millenni. <<>>Between the XVI and XIX century over 10 million Africans were forcefully deported to the New World and enslaved by Christians, heedless of the fact that such activities were incongruous with the fundamental values of the Gospel: love thy neighbor and equality amongst men. When it comes to catholic countries, it is interesting to look at the stance adopted by the roman Church when confronted with a phenomenon that, on the one hand raised sensitive ethical, social and religious questions, but also touched upon the economic interests of colonial powers. In the old and New Testament one can find the commandment of Love, which is at odds with slavery, as well as the canons of Law, which explicitly admit and legitimize it. The contradictory nature of these principles has led to an inevitable ambiguity in the responses of the Church, both in practice and in terms of the doctrine. despite trying to mitigate the phenomenon, the Church has historically – since the Apostolic Age – looked at slavery with approving and legitimizing eyes. The sole exception to the rule took place in the Modern era with the Native Americans. The holy See’s first general condemnation was not until 1839 when Gregory XVI wrote the apostolic letter In supremo. The pontiff’s words explicitly condemning the slave trade and the enslavement of black communities, will break, for the first time, the papacy’s long silence regarding the tragic fate of so many people of African origin. Most recently, Pope Wojtyla’s requests for a pardon and Pope Francis’s under signing of interreligious initiatives against modern slavery mark the Catholic Church’s definite breakaway from a mindset that they held on to for almost two millennia.

Keywords: Chiesa; schiavitù; tratta dei neri; Catholic Church; slavery; slave trade

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