Wild bees in Southern Italy: impact of landscape management
Abstract
It
Gli impollinatori sono essenziali per il mantenimento degli ecosistemi, e i tre quarti delle principali colture alimentari del mondo necessitano dell'impollinazione animale per la produzione di frutti e semi. Negli ultimi decenni però stiamo assistendo ad un costante declino di questi importantissimi insetti in tutto il mondo, con un conseguente deficit nella produzione agricola. Se da un lato l'agricoltura è strettamente legata agli impollinatori, dall'altro è una delle cause del loro declino. Per questo motivo, in Italia, è nato il progetto "BeeNet", con lo scopo di valutare lo stato di salute degli ecosistemi agricoli italiani attraverso il monitoraggio delle api da miele e delle api selvatiche. In questo studio vengono presentati i dati del primo anno del progetto, 2021, sulle api selvatiche in due regioni meridionali (Campania e Puglia), comparando due ecosistemi agricoli diversi: uno intensivo e l'altro semi-naturale. Una volta al mese, da febbraio a ottobre, in entrambe le regioni ed entrambi gli ecosistemi, abbiamo campionato le api mediante un transetto (200 × 2 metri) percorso alla mattina e al pomeriggio. Inoltre, nelle stesse giornate abbiamo registrato tutte le specie botaniche mellifere presenti sul transetto. Le differenze riscontrate tra i due tipi di ecosistema indicano che l'agro-ecosistema intensivo ha in generale una biodiversità più bassa e una comunità di api più spostata verso specie generaliste. Questo risultato indica che l'uso di pratiche agricole più impattanti e l'omogeneità dell'ambiente influenzano fortemente, e negativamente, questi insetti e le piante spontanee di cui hanno bisogno per sopravvivere. Tuttavia, le differenze tra le ricchezze di specie e le abbondanze di specie tra i due tipi di ecosistema non sono risultate significative, e una possibile ragione di ciò potrebbe risiedere nell'irrigazione degli ecosistemi intensivi, che forse ha ridotto le differenze. È necessario quindi, in questi ambienti, attuare misure per la tutela degli impollinatori come richiesto dalla Comunità Europea, attraverso strategie mirate come ad esempio la nuova PAC 2023-2027.
En
In 2021, in two southern Italian regions (Campania and Puglia) we compared the biodiversity of both Apoidea and plants between intensive and semi-natural agro-ecosystems, aiming to evaluate the impacts of the agro-environment and agricultural practices on wild bees and spontaneous plant communities in southern Italy. Monthly, from February to October, we performed bee samplings (200 × 2 metres fixed transects) and botanical surveys in each site and region. We found no statistical differences between the two environments, probably because the two intensive agro-ecosystems were irrigated that year. However, the semi-natural agro-ecosystem was characterised by a higher biodiversity (bees and plants) and a higher rate of specialised bee species than the intensive agro-ecosystem, indicating that biodiversity benefits of agro-ecological practices and a more heterogeneous landscape.
Gli impollinatori sono essenziali per il mantenimento degli ecosistemi, e i tre quarti delle principali colture alimentari del mondo necessitano dell'impollinazione animale per la produzione di frutti e semi. Negli ultimi decenni però stiamo assistendo ad un costante declino di questi importantissimi insetti in tutto il mondo, con un conseguente deficit nella produzione agricola. Se da un lato l'agricoltura è strettamente legata agli impollinatori, dall'altro è una delle cause del loro declino. Per questo motivo, in Italia, è nato il progetto "BeeNet", con lo scopo di valutare lo stato di salute degli ecosistemi agricoli italiani attraverso il monitoraggio delle api da miele e delle api selvatiche. In questo studio vengono presentati i dati del primo anno del progetto, 2021, sulle api selvatiche in due regioni meridionali (Campania e Puglia), comparando due ecosistemi agricoli diversi: uno intensivo e l'altro semi-naturale. Una volta al mese, da febbraio a ottobre, in entrambe le regioni ed entrambi gli ecosistemi, abbiamo campionato le api mediante un transetto (200 × 2 metri) percorso alla mattina e al pomeriggio. Inoltre, nelle stesse giornate abbiamo registrato tutte le specie botaniche mellifere presenti sul transetto. Le differenze riscontrate tra i due tipi di ecosistema indicano che l'agro-ecosistema intensivo ha in generale una biodiversità più bassa e una comunità di api più spostata verso specie generaliste. Questo risultato indica che l'uso di pratiche agricole più impattanti e l'omogeneità dell'ambiente influenzano fortemente, e negativamente, questi insetti e le piante spontanee di cui hanno bisogno per sopravvivere. Tuttavia, le differenze tra le ricchezze di specie e le abbondanze di specie tra i due tipi di ecosistema non sono risultate significative, e una possibile ragione di ciò potrebbe risiedere nell'irrigazione degli ecosistemi intensivi, che forse ha ridotto le differenze. È necessario quindi, in questi ambienti, attuare misure per la tutela degli impollinatori come richiesto dalla Comunità Europea, attraverso strategie mirate come ad esempio la nuova PAC 2023-2027.
En
In 2021, in two southern Italian regions (Campania and Puglia) we compared the biodiversity of both Apoidea and plants between intensive and semi-natural agro-ecosystems, aiming to evaluate the impacts of the agro-environment and agricultural practices on wild bees and spontaneous plant communities in southern Italy. Monthly, from February to October, we performed bee samplings (200 × 2 metres fixed transects) and botanical surveys in each site and region. We found no statistical differences between the two environments, probably because the two intensive agro-ecosystems were irrigated that year. However, the semi-natural agro-ecosystem was characterised by a higher biodiversity (bees and plants) and a higher rate of specialised bee species than the intensive agro-ecosystem, indicating that biodiversity benefits of agro-ecological practices and a more heterogeneous landscape.
DOI Code:
10.1285/i15910725v45p63
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