In questo lavoro si cerca di evidenziare il ruolo che la finanza comportamentale ha assunto nello spiegare l’andamento dei mercati finanziari degli ultimi anni, che non sembra rispettare il principio della teoria finanziaria classica: prezzo uguale valore fondamentale del titolo. I due approcci partono da assunzioni differenti. Mentre la teoria dei mercati efficienti parte dal presupposto che l'investitore è razionale, ha una informazione completa e massimizza l'utilità attesa, la finanza comportamentale sostiene che gli individui non sono sempre razionali, fornisce nuove ipotesi circa le preferenze degli individui e presenta una nuova teoria dell’utilità attesa (Prospect Theory). In tale teoria si sottolinea come gli individui cerchino di ottenere il meglio per sé e come siano caratterizzati da distorsioni cognitive in tutte le fasi che caratterizzano un processo di scelta. La finanza comportamentale pertanto, tenendo conto delle "debolezze umane" che possono portare un individuo ad effettuare delle scelte di investimento anomale, si presenta come un approccio più realistico. Si giunge pertanto alla conclusione che la razionalità dell’investitore, assunta dall’ipotesi dei mercati efficienti, sia solo una illusione e che pian piano tale teoria darà sempre più spazio alla finanza comportamentale.
Table of Contents
Introduzione |
PDF
|
Raffaella
Barone
|
2-3 |
L'ipotesi dei mercati efficienti |
PDF
|
Raffaella
Barone
|
3-6 |
Finanza comportamentale: un nuovo approccio alla teoria dei mercati efficienti |
PDF
|
Raffaella
Barone
|
7-25 |
Questo sito utilizza un cookie tecnico per consentire la corretta navigazione. Se vuoi saperne di più consulta l'
informativa estesa.
This work is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia License.