Marginalità, ruralità e dinamiche post metropolitane. Ragusa e il modello di sviluppo "rurbano"


Abstract


L'articolo costituisce un tentativo di lettura critica dello stereotipo di "marginalità" come sinonimo di arretratezza. Da più parti, infatti viene sostenuto che i territori della Sicilia Sud-orientale sono tra i più marginali territori siciliani (Nobile, 1990, Schillirò, 2012). Al contrario, alcuni dati confermano come tale contesto sia tra i più dinamici dell'Italia del Sud (v. Asso, Trigilia, 2010). Dalla nostra prospettiva, la "vitalità" di un territorio può essere ascritta a fattori (tra cui le dinamiche immigratorie sull'andamento demografico del territorio, così come, la vitalità del tessuto economico e i fenomeni insediativi, da cui deriva un elevato consumo di suolo soprattutto in zone costiere) che sfuggono alle classificazioni territoriali che hanno caratterizzato alcune aree di policy e alla tradizionale dicotomia campagna-città su cui la letteratura scientifica si è spesso concentrata. Secondo questa prospettiva ad esempio Ragusa sembra sfuggire alle classificazioni convenzionali. La peculiarità del caso ragusano ha indotto alcuni autori a rilevare un fenomeno di post metropolizzazione (tra gli altri, Lo Piccolo, et al., 2017). Il nostro contributo è quello di andare oltre le convenzionali classificazioni del sottosviluppo. Prendendo spunto dal particolare contesto ragusano, abbiamo provato a delineare la dimensione della "rurbanità", intesa come la relazione di interdipendenza tra dimensione urbana e dimensione rurale dello sviluppo territoriale (v., Vinci, 2015).

DOI Code: 10.1285/i26113775n9p175

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