G. B. Vico, la rivoluzione abbandonata e la congiura fallita
Abstract
It
G. B. Vico, giovane cattedratico dellʼateneo napoletano, aveva avuto incarico dal Viceré Medinaceli di scrivere la storia ufficiale della congiura di Macchia (1701), per delegittimare pubblicamente lʼoperazione e stabilizzare il potere spagnolo. Nel testo redatto, descrisse lo svolgimento dei fatti e concluse con un episodio, che gli costò caro. Ricordò che, nel momento in cui la congiura era già stata scoperta, il Principe di Macchia si recò al mercato ed invitò il popolo a ribellarsi contro il potere spagnolo. Si fece largo, tra gli astanti, un vecchio, rinfacciando alla nobiltà di aver abbandonato la rivolta di Masaniello, di cui Vico sottolineò la legittimità giuridica e politica, ricordando che era motivata dalla gabelle, imposte dal potere spagnolo, in violazione dei privilegi, concessi alla città, da Carlo V. Gli addetti alla censura, appena lessero il nome di Masaniello, negarono il placet, e il testo di Vico restò inedito. Chiaro il messaggio: non esiste una rivoluzione senza popolo, ma neanche un governo senza popolo. Clamoroso il capovolgimento della scena. Vico contrapponeva la rivoluzione autentica (Masaniello ed il suo popolo) alla congiura di un'élite, che non era riuscita a diventare establishment, cercava soltanto un nuovo padrone e voleva un Senato tutto per sé, con la pretesa di parlare per tutti, senza rappresentare nessuno.
En
Gian Battista Vico, a young professor at the university of Naples, had been commisioned by Viceroy Medinaceli to write the official history of the Macchia conspiracy (1701), to delegitimize publicly the operation and stabilize the Spanish power. In the text drawn up, he described the course of events and concluded with an episode that cost him dear. He remembered that, at the time when the conspiracy had already been, the Prince of Macchia went to the market and invited the people to rebel against the spanish power. An old man made his way among the bystanders, accusing the nobility of having abandoned the revolt of Masaniello; Vico emphasized the legal and political legitimacy of it , remembering that it was motivated by the gabelle, imposed by the Spanish power, in violation of the privileges, granted to the city, by Charles V. The censors, as soon as they read Masaniello's name , denied the placet, and Vico's text remained unpublished. The message is clear: there is no revolution without people and no government without people. The reversal of the scene was clamorous. Vico opposed the authentic revolution (Masaniello and his people) to the conspiracy of an elite, which had failed to become establishment, was only looking for a new leader and wanted a Senate all to itself, claiming to speak for everyone, without representing anyone.
G. B. Vico, giovane cattedratico dellʼateneo napoletano, aveva avuto incarico dal Viceré Medinaceli di scrivere la storia ufficiale della congiura di Macchia (1701), per delegittimare pubblicamente lʼoperazione e stabilizzare il potere spagnolo. Nel testo redatto, descrisse lo svolgimento dei fatti e concluse con un episodio, che gli costò caro. Ricordò che, nel momento in cui la congiura era già stata scoperta, il Principe di Macchia si recò al mercato ed invitò il popolo a ribellarsi contro il potere spagnolo. Si fece largo, tra gli astanti, un vecchio, rinfacciando alla nobiltà di aver abbandonato la rivolta di Masaniello, di cui Vico sottolineò la legittimità giuridica e politica, ricordando che era motivata dalla gabelle, imposte dal potere spagnolo, in violazione dei privilegi, concessi alla città, da Carlo V. Gli addetti alla censura, appena lessero il nome di Masaniello, negarono il placet, e il testo di Vico restò inedito. Chiaro il messaggio: non esiste una rivoluzione senza popolo, ma neanche un governo senza popolo. Clamoroso il capovolgimento della scena. Vico contrapponeva la rivoluzione autentica (Masaniello ed il suo popolo) alla congiura di un'élite, che non era riuscita a diventare establishment, cercava soltanto un nuovo padrone e voleva un Senato tutto per sé, con la pretesa di parlare per tutti, senza rappresentare nessuno.
En
Gian Battista Vico, a young professor at the university of Naples, had been commisioned by Viceroy Medinaceli to write the official history of the Macchia conspiracy (1701), to delegitimize publicly the operation and stabilize the Spanish power. In the text drawn up, he described the course of events and concluded with an episode that cost him dear. He remembered that, at the time when the conspiracy had already been, the Prince of Macchia went to the market and invited the people to rebel against the spanish power. An old man made his way among the bystanders, accusing the nobility of having abandoned the revolt of Masaniello; Vico emphasized the legal and political legitimacy of it , remembering that it was motivated by the gabelle, imposed by the Spanish power, in violation of the privileges, granted to the city, by Charles V. The censors, as soon as they read Masaniello's name , denied the placet, and Vico's text remained unpublished. The message is clear: there is no revolution without people and no government without people. The reversal of the scene was clamorous. Vico opposed the authentic revolution (Masaniello and his people) to the conspiracy of an elite, which had failed to become establishment, was only looking for a new leader and wanted a Senate all to itself, claiming to speak for everyone, without representing anyone.
DOI Code:
10.1285/i11211156a34n1p159
Keywords:
congiura di Macchia; Vico storico; rivolta di Masaniello; Viceré Medinaceli; Viceregno spagnolo; Macchia's conspiracy; Vico the historian; Masaniello's revolt; Viceroy in Medinaceli; Spanish viceroyalty
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