I desiderata e le realtà dei problemi futuri. Il dietro le quinte dei progetti britannici per risolvere la questione giuliano-fiumano-dalmata durante la Grande guerra
Abstract
It
Durante la Prima guerra mondiale i britannici si erano preparati con cura per la Conferenza di pace a Parigi – nel 1919 la loro diplomazia aveva a disposizione una serie di manuali riservati, chiamati Handbooks, sulla maggior parte dei paesi e delle regioni e su una serie di questioni che presentavano una potenziale minaccia per la pace. Oltre a questi manuali, che descrivono le informazioni storiche e socio-politiche di base sulle singole nazioni o gruppi nazionali e il loro territorio e la popolazione, le caratteristiche economiche, quelle climatiche, demografiche, sociali e di altro tipo, come pure le caratteristiche linguistiche ed etnografiche, statistiche, ecc., gli archivi nazionali britannici a Kew-London (The National Archives) contengono anche una serie di altri memorandum del primo dopoguerra, compresi tra la fine del 1918 e i primi mesi dell'anno successivo. Questi rivelano come gli autori dei manuali (esperti, in particolare erano storici) e dei memorandum di quello che era allora uno degli imperi più forti e potenti volevano essere il più obiettivi possibile (ovviamente tenendo anche conto degli interessi di Londra) nel trovare la soluzione più efficiente per mantenere la pace e la stabilità tra l'Italia e il nuovo Stato jugoslavo, che sarebbe stata anche la più promettente in termini di sviluppo economico. Sebbene i britannici non riuscirono a risolvere direttamente la controversia tra l'Italia e il nuovo Stato jugoslavo, poiché si era trasformata in una complessa disputa e venne risolta (almeno temporaneamente) con l'accordo bilaterale di Rapallo nel novembre 1920, è senza dubbio interessante rivedere le soluzioni «alternative» che vennero proposte dagli esperti. Sulla base dell'analisi delle fonti primarie l'articolo presenta in particolare alcuni di questi manuali dai seguenti titoli: Croatia-Slavonia and Fiume, Carniola, Carinthia and Styria, The Austrian Littoral, The Jugo-Slav Movement; The Slovenes, Italy, Dalmatia e Serbia.
En
During World War I the British had prepared themselves carefully for the Peace conference in Paris – in 1919 their diplomats were equipped with a series of confidential manuals, called Handbooks, on most countries and provinces and on a number of issues presenting a potential threat to peace. In addition to these Handbooks, outlining the basic historical and socio-political information on individual nations or national groups and their territory and population, economic, climatic, demographic, social and other features, linguistic and ethnographic characteristics, statistics, etc., the British National Archives in Kew-London (The National Archives) also contain a number of other memoranda from the first post-war period, spanning from late 1918 and the early months of the following year. These reveal how the authors of the manuals (experts, in particular they were historians) and of the memoranda of one of the strongest and most powerful empires wanted to be as objective as possible (of course also taking into account London's interests) in finding the most efficient solution for maintaining peace and stability between Italy and the new Yugoslav state that would also be the most promising one in terms of economic development. Even though the British did not manage to directly resolve the dispute between Italy and the new Yugoslav state, as it had escalated into a complex confrontation and was only resolved (at least temporarily) with the bilateral agreement of Rapallo in November 1920, it is undoubtedly interesting to take a look at the “alternative” solutions proposed by the experts. Drawing on an analysis of primary sources, this paper presents in particular some of that Handbooks entitled Croatia-Slavonia and Fiume, Carniola, Carinthia and Styria, The Austrian Littoral, The Jugo-Slav Movement; The Slovenes, Italy, Dalmatia and Serbia.
Durante la Prima guerra mondiale i britannici si erano preparati con cura per la Conferenza di pace a Parigi – nel 1919 la loro diplomazia aveva a disposizione una serie di manuali riservati, chiamati Handbooks, sulla maggior parte dei paesi e delle regioni e su una serie di questioni che presentavano una potenziale minaccia per la pace. Oltre a questi manuali, che descrivono le informazioni storiche e socio-politiche di base sulle singole nazioni o gruppi nazionali e il loro territorio e la popolazione, le caratteristiche economiche, quelle climatiche, demografiche, sociali e di altro tipo, come pure le caratteristiche linguistiche ed etnografiche, statistiche, ecc., gli archivi nazionali britannici a Kew-London (The National Archives) contengono anche una serie di altri memorandum del primo dopoguerra, compresi tra la fine del 1918 e i primi mesi dell'anno successivo. Questi rivelano come gli autori dei manuali (esperti, in particolare erano storici) e dei memorandum di quello che era allora uno degli imperi più forti e potenti volevano essere il più obiettivi possibile (ovviamente tenendo anche conto degli interessi di Londra) nel trovare la soluzione più efficiente per mantenere la pace e la stabilità tra l'Italia e il nuovo Stato jugoslavo, che sarebbe stata anche la più promettente in termini di sviluppo economico. Sebbene i britannici non riuscirono a risolvere direttamente la controversia tra l'Italia e il nuovo Stato jugoslavo, poiché si era trasformata in una complessa disputa e venne risolta (almeno temporaneamente) con l'accordo bilaterale di Rapallo nel novembre 1920, è senza dubbio interessante rivedere le soluzioni «alternative» che vennero proposte dagli esperti. Sulla base dell'analisi delle fonti primarie l'articolo presenta in particolare alcuni di questi manuali dai seguenti titoli: Croatia-Slavonia and Fiume, Carniola, Carinthia and Styria, The Austrian Littoral, The Jugo-Slav Movement; The Slovenes, Italy, Dalmatia e Serbia.
En
During World War I the British had prepared themselves carefully for the Peace conference in Paris – in 1919 their diplomats were equipped with a series of confidential manuals, called Handbooks, on most countries and provinces and on a number of issues presenting a potential threat to peace. In addition to these Handbooks, outlining the basic historical and socio-political information on individual nations or national groups and their territory and population, economic, climatic, demographic, social and other features, linguistic and ethnographic characteristics, statistics, etc., the British National Archives in Kew-London (The National Archives) also contain a number of other memoranda from the first post-war period, spanning from late 1918 and the early months of the following year. These reveal how the authors of the manuals (experts, in particular they were historians) and of the memoranda of one of the strongest and most powerful empires wanted to be as objective as possible (of course also taking into account London's interests) in finding the most efficient solution for maintaining peace and stability between Italy and the new Yugoslav state that would also be the most promising one in terms of economic development. Even though the British did not manage to directly resolve the dispute between Italy and the new Yugoslav state, as it had escalated into a complex confrontation and was only resolved (at least temporarily) with the bilateral agreement of Rapallo in November 1920, it is undoubtedly interesting to take a look at the “alternative” solutions proposed by the experts. Drawing on an analysis of primary sources, this paper presents in particular some of that Handbooks entitled Croatia-Slavonia and Fiume, Carniola, Carinthia and Styria, The Austrian Littoral, The Jugo-Slav Movement; The Slovenes, Italy, Dalmatia and Serbia.
DOI Code:
10.1285/i11211156a32n2p73
Keywords:
Handbooks; Gran Bretagna; Venezia Giulia; Fiume, Dalmazia; Handbooks; Great Britain; Venezia Giulia; Fiume; Dalmatia
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