Narciso Manuel López Santaella. Del exilio sansimoniano al púlpito y a la alta política


Abstract


IT
Nella sua opera ben documentata sulla diffusione del sansimonismo in Europa e in America, così come in Turchia e in Egitto, il professore dell’università di Rabat, Rouchdi Fakkar, studia nel dettaglio i diversi casi in cui le idee sansimoniane si diffusero nei vari Paesi (Fakkar: 1968). Quando si occupa del caso spagnolo, si sofferma solamente sull’influenza che il sansimonismo ebbe tra i rifugiati spagnoli a Gibilterra negli anni successivi al Triennio Costituzionale (1820-1823), nei quali con il ritorno del re Fernando VII vennero abolite le libertà. Si occupa di alcuni rivoluzionari spagnoli, che da Gibilterra mantennero i contatti con altri esiliati in Francia e in Inghilterra, ignorando in qualche caso che i loro corrispondenti erano in realtà altri esiliati spagnoli che si nascondevano dietro pseudonimi stranieri per evitare rappresaglie politiche. Sicuramente, perfino in precedenza alla morte di Saint-Simon, alcune delle sue idee erano già penetrate in Spagna, grazie alle pubblicazioni di alcuni afrancesados, sostenitori di Giuseppe Bonaparte, durante la cosiddetta Guerra di Indipendenza. Successivamente, durante il Triennio Costituzionale le idee sansimoniane apparirono negli scritti di alcuni amici spagnoli del banchiere sansimoniano Laffitte, come Alberto Lista o J. Reinoso, che mescolavano le idee industrialiste sansimoniane con alcune politiche di carattere eclettico. Infatti, nonostante la scarsa ricezione che le idee sansimoniane ebbero durante la vita del maestro, a partire dal terzo decennio del secolo, tali idee cominciarono a diffondersi in diversi scrittori spagnoli di origine molto diversa la cui unica vicissitudine comune fu l’esilio durante la dittatura fernandina. É il caso di alcuni liberali spagnoli, tra i quali Narciso López, chiaro esempio di una simile accoglienza.
En
In his documented work about the spread of Saint-Simonianism in Europe and America, as well as Turkey and Egypt, Rouchdi Fakkar, professor of the University of Rabat, studied thoroughly the diverse cases in which the Saint-Simonian ideals permeated various countries (Fakkar: 1968). When he studied the case of Spain, he only took into account the influence that Saint-Simonianism had among the Spanish refugees in Gibraltar during the years following the Liberal Triennium (1820-1823), in which liberties were abolished with the return of Ferdinand VII. He deals with some Spanish revolutionaries, who kept contact with other expatriates in France and England from Gibraltar, not knowing in some cases that their correspondents were actually other Spanish expatriates hiding behind foreign-sounding pseudonyms to avoid political repercussions. Certainly, before even the death of Saint-Simon, some of his ideas had already entered Spain thanks to some publications penned by some Afrancesados — followers of Joseph Bonaparte — during the Peninsular War. Afterwards, during the Liberal Triennium, the Saint-Simonian ideals appeared on the writings of some of the Spanish friends of Saint-Simonian banker Laffitte, like Alberto Lista or J. Reinoso, who mixed the Saint-Simonian industrialist ideas with some eclectic policies. Indeed, despite the weak reception that the Saint-Simonian ideals had during the master’s life, from the third decade of the century on, such ideals started to bleed into the ideas of various Spanish writers of various origins, whose only common ground was the exile during Ferdinand’s dictatorship. This was the case for some Spanish liberals, among which Narciso López was a clear example of such a reception

DOI Code: 10.1285/i11211156a32n1p37

Keywords: Sansimonismo; economia e religione in Spagna; riformismo; López Santaella; Sansimonism; Economy and Religion in Spain; Reformism; López Santaella

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