Don Nicola Mazza sulla Moneta e oltre. Prestito a interesse e capitale nelle riflessioni di un riformatore religioso veneto a metà dell’800.


Abstract


IT
L’articolo si concentra su un breve saggio composto nel 1845 da un religioso cattolico veronese, don Nicola Mazza, noto soprattutto come educatore e riformatore sociale. Il saggio (Dissertazione sul prestito del denaro) fu pubblicato e illustrato per la prima volta nel 1966 dal ben noto storico dell'economia Gino Barbieri e venne ripubblicato nel 2000 da Ilvano Caliaro in un’edizione leggermente diversa. Negli ultimi decenni del Settecento il dibattito sull’usura aveva dato luogo a vaste polemiche, a partire dal volume di Scipione Maffei pubblicato proprio a Verona, ed era stato definitivamente chiuso dalla Bolla Papale Vix Pervenit nel 1745. L’obiettivo del Mazza è dimostrare che un prestito oneroso entro certi limiti può essere considerato lecito dagli insegnamenti della dottrina cattolica. Nicola Mazza per sostenere i suoi argomenti utilizza gli strumenti tradizionali dei canonisti e dei teologi tardomedievali e il suo obiettivo principale è esplicitamente quello di confermare la validità della Bolla Papale. Le sue argomentazioni si basano su una particolare e da lui ritenuta nuova teoria del denaro, al quale egli assegna alcune caratteristiche, che consentono di includere un aumento di valore implicito tra il momento dell’emissione del prestito e il momento del suo rimborso, senza che per questo debba essere aggiunto altro denaro. In tal modo egli ritiene di non intaccare il pilastro dell’insegnamento tradizionale della Chiesa cattolica sull’usura, il noto principio «pecunia non parit pecuniam». Mazza è altresì profondamente consapevole del ruolo cruciale dei prestiti finanziari per realizzare le attività economiche, per il sostegno allo sviluppo economico e per il miglioramento delle condizioni di vita, soprattutto per i poveri. Questa visione positiva delle attività economiche è alla fine la ragione più forte per considerare i prestiti onerosi accettabili, nella prospettiva dell’insegnamento della morale cattolica. Tuttavia don Nicola Mazza non può essere considerato un economista, nemmeno in un significato più ampio, benché nella sua Dissertazione dimostri una profonda sensibilità verso i temi economici, a proposito del ruolo degli imprenditori, e benché, di sfuggita, nel tracciare le caratteristiche dei processi decisionali esprima alcuni argomenti molto simili alle teorie dell'utilità marginale. Sicuramente il suo contributo è da considerarsi di una certa importanza per il progresso del pensiero sociale cattolico del XIX secolo, precedente all’Enciclica Rerum Novarum.
En
The paper discusses a short essay written in 1845 by a catholic priest born in Verona, Nicola Mazza, mostly known as a social and educational reformer. The Essay (Dissertation on Usury) was firstly published and discussed in 1966 by the prominent economic historian Gino Barbieri and was newly published in a slightly alternative edition in 2000 by Ilvano Caliaro. In the last decades of 18th Century the Dissertation was preceded by a great debate on usury, arisen because a book written in Verona by Scipione Maffei and lately ended by The Papal Bull Vix Pervenit in 1745. It attempts to demonstrate that a standard, fair loan can be admitted by the Catholic Teaching. Nicola Mazza in his discussion uses the traditional tools of late medieval canonists and theologians and his first goal is clearly to support the Papal Bull. His arguments are based on a peculiar theory of money, that assigns to money some characteristics, and admit an increase of value between the time of issuing loan and the time of its repayment, without any further addition of money. In this way it is supposed to be still safe the pillar of the traditional teaching of the Catholic Church on usury, «pecunia non parit pecuniam». Mazza was strongly aware of the crucial role of financial loans in enforcing economic activities, in supporting economic development and better conditions of life, especially for the poor. This positive insight on economic activities is eventually the strongest reason to consider loans acceptable in the perspective of catholic moral teaching. Nevertheless, don Nicola Mazza should not be considered as an economist even in a larger sense, although he displayed in this Dissertation a profound sensibility on economic issues, on the role of entrepreneurs, and also, although he was able to draw a short sketch in decision-making process that sounds like marginal utility theory. Surely his contribution could be considered strongly relevant on the way to improve catholic social thought in 19th Century before the Encyclical Rerum Novarum.

DOI Code: 10.1285/i11211156a32n1p21

Keywords: usura; dottrina sociale cristiana; Veneto XVIII secolo; Usury; catholic social thought; Veneto 18th Century

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